Le regole per prevenire il caldo sul lavoro

Come cambia il lavoro in estate? In agricoltura aumenta il numero di lavoratori impiegati perché si raccolgono gran parte dei prodotti ed aumenta anche la necessità di irrigare frequentemente. In edilizia si completano le opere esterne, intonaci, strade ecc. Nelle attività svolte in capannoni si registrano temperature ambientali più alte in base alle caratteristiche strutturali ma anche grazie al calore prodotto nella produzione che d’inverno può risultare addirittura gradito ma che d’estate si somma agli effetti del clima. Per la nostra nazione, anche le attività legate al turismo possono essere comprese tra quelle in cui le condizioni climatiche di caldo estremo possono essere significative.

Queste regole di buonsenso potrebbero essere parimenti applicate al mondo del lavoro?

Normalmente viene suggerito di:

– Adeguare l’abbigliamento preferendo fibre naturali.
– Preferire le ore meno calde per uscire.
– Adeguare l’alimentazione e assumere maggiori quantità di liquidi.
– Usare cappelli, creme protettive e occhiali con filtri UV.

Proviamo a verificare se le precauzioni che valgono per la popolazione potrebbero valere anche per i
lavoratori.

Sicuramente porterà in valigia abbigliamento adeguato che permetta la traspirazione e che vesta comodo
per favorire una circolazione d’aria in prossimità della pelle. 

Va ricordato che il meccanismo della sudorazione, è efficace solo se l’acqua emessa attraverso i pori
evapora completamente e quindi sottrae calore al corpo.

I lavoratori possono adeguare anch’essi l’abbigliamento ma occorre fare delle precisazioni. L’abbigliamento
di un lavoratore ha spesso funzioni protettive ed è addirittura un DPI. Un abito con parti svolazzanti è
vietato per chi lavora in prossimità di parti in movimento, non sempre è possibile lasciare scoperte parti del
corpo in presenza di sostanze tossiche o irritanti, o nel caso in cui ci sia il rischio di contatto con oggetti,
piante ecc.  Si potrebbero prevedere delle frequenti pause in cui il vestiario può essere aperto, per favorire
la circolazione dell’aria sulla pelle.

Durante la stagione estiva è preferibile uscire all’aperto nelle prime ore del giorno e questa
raccomandazione può valere anche per i lavoratori che possono anticipare l’inizio delle attività o comunque
scegliere di svolgere le attività meno gravose durante le ore più calde. Consultare le previsioni meteo può
essere utile anche per organizzare il lavoro su più giorni.

La maggiore disponibilità di frutta e verdura favorisce un cambio delle abitudini alimentari ma anche i
lavoratori dovrebbero adeguare il loro menù. Se in vacanza ci possiamo permettere un momento di riposo
dopo pranzo, il lavoratore invece deve conservare la giusta lucidità per completare il lavoro nel pomeriggio
che è anche il momento più caldo del turno di lavoro.

L’idratazione con l’assunzione preferibilmente di acqua è necessaria ma ancor di più è efficace l’idratazione
garantita dall’assunzione di verdura e frutta, alimenti ricchi di acqua. Gli alimenti ricchi di grassi e di sale
sono da evitare perché sottraggono ulteriori liquidi dal corpo. Sarebbe preferibile assumere questi cibi nelle
ore serali. Sebbene le leggi in materia di sicurezza sul lavoro vietino chiaramente l’assunzione di bevande
alcoliche è bene precisare che il loro apporto può risultare piacevole se consumate fresche ma in realtà
possono abbassare il livello di attenzione ed aggravare ulteriormente la perdita di liquidi grazie al loro
effetto diuretico.

Recenti studi hanno evidenziato come il latte possa essere un buon idratante mentre sono sconsigliate
bevande gassate e ricche di zuccheri. Il datore di lavoro può essere determinante nelle abitudini di lavoro
quando fornisce direttamente il pasto e quindi sceglie il menù. Qualche lavoratore potrà storcere il naso ma
i benefici effetti postprandiali potrebbero convincerlo.

La protezione dalle radiazioni solari è un’altra raccomandazione inevitabile. Alcuni soggetti che hanno una
carnagione più scura tendono a sottovalutare questo rischio che è legato all’esposizione a raggi UV e non
necessariamente alla predisposizione alle scottature. Coprirsi con cappelli, non lasciare parti del corpo
scoperte è importante per i lavoratori che dovrebbero seguire almeno la regola di proteggersi con creme
protettive come farebbero se sdraiati sulla spiaggia. La correlazione dell’esposizione a patologie più o meno
gravi è confermata da numerosi studi. L’Inail prevede nelle tabelle delle malattie professionali “Malattie
causate da radiazioni UV comprese le radiazioni solari” per il settore dell’industria e “Malattie causate da
radiazioni solari” per il settore dell’Agricoltura.

L’uso di occhiali dotati di filtri UV è ulteriormente necessario per proteggere gli occhi dagli effetti della
radiazione solare.

Scegliere un corretto stile di vita e adottare delle misure di prevenzione è, quindi, auspicabile sia nella vita
comune sia durante il lavoro.

Rispetto al comune cittadino il lavoratore, peraltro, può essere costretto a subire un’esposizione maggiore
e per settori come l’agricoltura il tempo di lavoro non è sempre confinato alle canoniche otto ore.

 

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